Letture e performance
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PATMOS
A cura di Donatella Marchi
con Eleonora Massa e Manuel Lorenzetti
Omaggio a P.P. Pasolini, in occasione del Centenario della nascita, presentato a Bologna, al Centro Studi Pasolini (Cineteca di Bologna).
La struttura compositiva del poema Patmos, inserito nella raccolta Trasumanar ed organizzar, segue il principio di un’alternanza a tre voci.
La tripartizione si intreccia lungo tutto lo svolgimento del poema zoppicante. Le tre voci che concorrono alla composizione sono quella di San Giovanni nella sua Apocalisse, quella del poeta stesso e quella della cronaca dei fatti di Piazza Fontana.
Ogni organo di questa terrena ierofania ha caratteristiche peculiari, così che il poeta alterna a commenti nostalgici sulla vita ed il mondo contadino, acidule constatazioni sullo stato amministrato dalla grande balena bianca, e profezie catastrofiche sul peso devastante dei nuovi canali di comunicazione.
Il poeta civile Pasolini fa i conti con il pragmatismo della politica e dei media, rifiutando quella cinica trasmissione delle notizie di commiato che trasforma lugubremente le vite umane in nomi/numero, senza corpo.
L ’anonimato, la proiezione mediatica dell’incorporeo è quanto di più stride con il gretto realismo delle parole di questo Poema Civile, in cui “civile” sta ad indicare una vicinanza al popolo, soverchiando la romantica idea che si aveva di questo tipo di poetica.
L’attualità dei fumanti corpi morti vuole farsi già Storia: ecco quindi “i portichetti a sesto acuto”, ecco “le latrine all’aperto”, ecco “i panni marrone”.
Pasolini nel dicembre 1969 osserva, entrando dal vivo, il conflitto di tante realtà politico-sociali che ancora oggi duellano. Sta a noi la capacità di recepirle, contestualizzarle e farle divenire conoscenza.
Piazza Fontana può diventare rischiosamente un involucro vuoto, e forse oggi lo è, ma in Patmos Piazza Fontana cola di rame bruciato.
Si correva il rischio di crescere in una modernità di progresso, ma senza sviluppo e l’Apocalisse, oltre ad essere quella delle bombe nelle banche, diviene il genocidio delle culture.
Vincenzo Estremo
DELLO SCARAMUCCIARE
“Dello scaramucciar per arme et amore” dei Duchi di Urbino, giocato a più dimensioni nel magico luogo di Porta Valbona, protetto dalle Aquile ducali, è un generoso omaggio che il Teatrocust2000 dona alla città, nella memoria del nobile amore fra Federico e Battista Sforza. La performance segue una traccia che esalta la concordia discors tra i due, mentre la contaminazione tra teatro di figura, videoarte, teatro della voce e del corpo è tenuta serrata dalla poetica penna di Ser Gaugello da Pergola, biografo e commentatore di Corte. Il tutto nel regime della Festa, nel ricordo delle celebri battaglie condotte da Federico, nelle lunghe amorose attese di Battista, attraverso i suoi parti di “fanciulline di gentile aspecto”, fino alla nascita dell’agognato erede… Tutta la storia di un amore che è stato per entrambi anche Amor di Patria ed in ciò ha superato la morte stessa “Stant geminae in coelum turres”.
Voce di Donatella Marchi e commento musicale di Duccio Marchi
OMAGGIO AD UN POETA CHIAMATA DONNA
Recital d’amore di Alda Merini, estrapolato dai suoi versi più provocatori e disperati. In un alterco di interventi fra chitarra e voce recitante, con lucidità e rabbia vengono proposti al pubblico i versi\controversi, talora votati al sacro, di chi non si rassegna. La poesia non si mangia perché trova la sua libertà nella follia. Libertà di solitudine e salvezza dell’essere compreso. Il recital si conclude con un lancio di Aforismi e magie destinati a diverse persone del pubblico, attraverso un gioco di improvvisazione su cui viene fondata una lettura percettiva che deve colpire l’orizzonte d’attesa dello spettatore. Talora si tratta di deliri amorosi di un’anima indocile che è in grado di trasformare la poesia in Preghiera.
LECTIO DIFFICILIOR DELLA COMMEDIA DANTESCA
Recital inaugurato nell’ambito della mostra Divine Sembianze, in occasione delle celebrazioni dei 700 anni dalla nascita di Dante Alighieri, che prende vita nel momento in cui si propone ai giovani e al pubblico delle scuole, riscontrando nell’immaginario dantesco molti esempi che peraltro si ricollegano al mondo della nascita del teatro.
Una Lectio difficilior, ma estremamente musicale, di tre Canti, che ci permette di percorrere il regno dell’oltretomba, incontrando mostri, uomini e figure astrali: dall’Inferno al Paradiso, attraverso un cammino che punta al simbolico. Una lettura che risuona di un fare creativo nel dare un valore culturale e pedagogico, al fine di uscire da quella foresta di simboli che spesso ci ha tenuto legati a una interpretazione scolastica e di facile commento.